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Esche Artificiale Duel Long Cast Deep - 4 pezzi con scatolina in pvc
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Sottocategorie
La pesca a spinning è un’antica pesca sportiva volta alla cattura dei pesci predatori. All’inizio era praticata con esche a cucchiaio rotanti. Il nome deriva infatti dall’inglese “spoon” che significa cucchiaino. L’esca veniva recuperata a velocità variabile. Nell’acqua produce un movimento rotatorio, le cui vibrazioni attiravano i pesci. Le canne da pesca spinning variano a seconda della tipologia di preda da far abboccare, nonché dall’ambiente di pesca prescelto.
Nella terminologia da pescatori, il grezzo è la canna da pesca spinning nuda e cruda. In altre parole la canna senza anellature e porta mulinello. Altre peculiarità che contraddistinguono le varietà di canne da spinning sono il materiale da cui sono composte e la geometria delle stesse.
In passato il materiale maggiormente impiegato per il “grezzo” era la fibra di vetro, resistente, ma molto pesante. Oggi invece è stata sostituita dalla fibra di carbonio. Le fibre di poliacrilonitrile sono immerse in un bagno di resina epossidica che indurisce e fissa le fibre, determinandone l’elasticità.
L’elasticità del grezzo è segnalata da diverse sigle che ne indicano rigidità e sensibilità. Ad esempio per la pesca a spinning in mare è possibile scegliere delle canne non velocissime, ma in grado di sopportare carichi elevati. Mentre per la pesca spinning con esche siliconate è meglio optare per canne veloci, rigide e dalla buona sensibilità.
L’anellatura è un’altra caratteristica molto importante quando si deve scegliere una canna da pesca spinning. L’anello che più di altri è soggetto ad usura è il primo, chiamato apicale. In commercio ne esistono svariati modelli:
Hardloy - abbastanza economici e dal buon scorrimento ed usura
Alconite - anelli di ottima qualità, resistenti all’abrasione ed allo scorrimento, si adattano molto bene anche con i trecciati
Sic – anelli di qualità superiore
Titanio – i più scorrevoli e resistenti all’usura, vantano anche un’elevata leggerezza che gioca molto a loro favore.
Cermet – anelli di altissima qualità, ma non comuni e facili da trovare.
Le canne da pesca spinning sono suddivise in segmenti. La scelta varia a seconda della comodità nel trasporto, ma anche dalla maggiore o minore sensibilità a cui si può puntare. I segmenti possono essere massimo quattro. Le canne da pesca per spinning si trovano:
Monopezzo
Due pezzi
Tre o quattro pezzi
Le canne monopezzo sono sempre state le più apprezzate e diffuse, almeno fino a qualche tempo fa. Purtroppo, nonostante la maggiore sensibilità che donano, non risultano particolarmente comode da trasportare. La trasportabilità è comunque compensata dalla ricettività che il tocco del pescatore ottiene ad ogni più piccolo movimento o vibrazione. Consentono quindi di essere molto precisi e rapidi nei movimenti.
Le canne da pesca spinning a due pezzi invece si rivelano oggi essere le più diffuse. La loro elasticità e praticità di trasporto ha saputo convincere molti pescatori sportivi, estimatori di vecchia data delle monopezzo. Scegliere l’una, piuttosto che l’altra è sempre difficile. La decisione è molto personale. La cosa migliore forse sarebbe quella di poterle testare entrambe prima di acquistare l’una o l’altra. Là dove questo non fosse possibile, aiutano le battute di pesca in compagnia. Occasioni in cui è possibile provare, grazie agli amici, nuovi materiali e nuove esche.
Infine le canne da pesca spinning da tre o quattro pezzi sono chiamate anche Travel. Ottime per i viaggi perché si smontano facilmente e possono essere trasportate con facilità in auto, treno o addirittura aereo. Quindi anche nei viaggi a lunga distanza possono essere trasportate con facilità.
Si consigliano anche a chi si avvicina per la prima volta al mondo della pesca sportiva a spinning. Sono prodotti di qualità, resistenti e affidabili (poi come sempre tutto dipende anche dal marchio e dai materiali utilizzati).
La pesca a spinning varia molto nelle tecniche e nelle location. Si può praticare in mare, come in fiume e le prede variano di conseguenza. Ambiente di pesca e tecnica d’azione influenzano le scelte da compiere sull’acquisto di una canna da spinning (sul grezzo, sull’anellatura e sui relativi segmenti).
Ogni materiale che compone il grezzo (la canna nuda e cruda) ha caratteristiche diverse. Da queste dipendono le diverse reazioni alle varie sollecitazioni. Le case produttrici di canne da pesca le hanno classificate con diverse sigle che ne identificano le varie caratteristiche:
S= Slow - azione morbida
M= Moderate – azione media potenza e moderata rigidità
MF= Moderate Fast - azione medio veloce e mediamente rigida
F= Fast - azione veloce, pronta e rigida
H= Heavy - azione potente e rigidissima
La scelta quindi deve ricadere su un prodotto che assecondi e soddisfi al meglio le proprie esigenze.
La pesca alla bolognese è una particolare tecnica di pesca che prevede l’impiego di canne telescopiche ad anelli dotate di mulinello. Le canne da pesca bolognese sono la diretta evoluzione delle canne fisse e sono state concepite per assolvere alla esigenza di pescare il più distante possibile dalla riva. La tecnica applicata con queste particolari canne, è divertente, non statica e combina, nella giusta proporzione mobilità e diletto, senza annoiarsi mai. Questa metodologia permette al pescatore di concentrarsi al meglio sull’azione da eseguire e non perdere mai di vista il contatto diretto con il pesce.
Le canne da pesca bolognese consentono di pescare molto distanti dalla riva, senza dover ricorrere ad un’attrezzatura troppo lunga ed ingombrante che, in molte situazioni sarebbe scomoda e d’intralcio. In molti casi queste canne hanno risolto situazioni improponibili, dove, se non ci fossero state, sarebbero state necessarie canne di oltre 15 metri, per raggiungere la linea di passata a circa 30 metri di distanza.
In questa tecnica sono utilizzate montature con galleggianti di varie forme, dimensioni e colore. Queste variano in base alle diverse caratteristiche dei fondali, delle correnti, del vento e, soprattutto, delle prede da insidiare (siano esse di acqua dolce, piuttosto che salata). La canna bolognese è molto versatile perché non teme l’intensità della corrente, o le elevate profondità. La tecnica bolognese è applicabile praticamente ovunque e per catturare una gran varietà di pesci.
Prima dell’avvento delle canne da pesca bolognese le più utilizzate erano le canne da pesca fisse. Oggi, al contrario, le canne bolognesi sono preferite alle fisse, perché offrono maggiore libertà di movimento e permettono al pescatore di concentrarsi meglio sull’azione da compiere. Quindi le canne da pesca bolognese sono la naturale evoluzione delle fisse, che consentono di pescare alla “passata” facendo appunto fare al galleggiante, una passata su una linea di pesca superiore ai 10 metri, sino ad un massimo di 40 metri da riva.
Inizialmente questa tecnica era usata per la pesca nelle acque dei fiumi di pianura, con fondali uniformi. In questi ambienti la lenza è in costante movimento, tenuta però sotto controllo grazie ad un preciso movimento di fermo e rilascio, leggero e costante, chiamato trattenuta. Il pescatore presenta l’arco molto vicino al fondo ed eseguendo il movimento lento e costante descritto prima, invoglia il pesce ad abboccare.
Dai fiumi, questa tecnica si è poi piano piano spostata anche al mare. Durante questo passaggio i materiali e le attrezzature si sono trasformate e adattate alle nuove condizioni tecniche e climatiche da affrontare. Salsedine, fauna ittica più combattiva e fondali più ostici hanno portato ad una lenta, ma progressiva trasformazione degli strumenti e dei materiali, per ottenere prodotti sempre più resistenti, duraturi ed efficaci.
Grazie alla pesca bolognese, divertente e dinamica, in mare oggi sono insidiati molte specie di pesci, che prima non venivano nemmeno pescate, a causa di una inadatta attrezzatura particolarmente leggera. La pesca bolognese è molto spesso praticata da scogliere artificiali, moli dei porti e foci dei fiumi, un po’ meno sulle spiagge, dove la pesca a fondo risulta ancora più opportuna ed efficace.
Le prime canne da pesca bolognese erano semplici canne fisse alle quali era stato applicato un mulinello. Oggi sono più strutturate, ma in buona sostanza sono la stessa cosa. La presenza del mulinello permette di lanciare in profondità, consentendo di applicare diverse tecniche alle battute di pesca. è soprattutto la fase iniziale di pesca, quando il pesce non è ancora entrato in pastura, che è possibile, grazie a queste canne, esplorare tutto lo specchio d’acqua, per trovare la giusta distanza e profondità.
Le lunghezze delle canne bolognesi variano molto e oscillano tra i 4 e gli 8 metri. Quelle particolarmente robuste, con una lunghezza compresa tra i 3,90 metri e i 4,50 metri, sono le più adatte a lanciare galleggianti piombati (questo grazie alla presenza del pasturatore). Il pasturatore sulla canna da pesca bolognese può essere presente nel peso di 5-10 grammi, simile a quello utilizzato per i bigattini. In questo caso però è privo della sua zavorra, sostituita da una torpilla, vale a dire un piombo a forma di goccia la cui parte più voluminosa deve essere collocata verso il basso.
Il peso del pasturatore deve essere di due grammi inferiore alla portata del galleggiante, tenendo conto del peso dovuto al pasturatore riempito di pastura o bigattini.
La scelta della canna è fatta in base alla preda da insidiare, dall’esca da usare e dal luogo di pesca. Per esempio, se il luogo di pesca è un fiume molto ampio, o addirittura il mare, meglio scegliere una canna di 7-8 metri. Al contrario se la battuta si tiene in un piccolo molo, o in un canale stretto, vanno bene canne bolognesi di 5-6 metri di lunghezza.
Oltre a questo è necessario tenere conto dell’azione della canna. Per pesci grossi in acque chiare, usando fili sottili, la canna la canna deve avere un’azione parabolica tale da attenuare le sfuriate del pesce e bilanciare il basso carico di rottura del terminale. Mentre per grandi pesci, in profondità, le canne devono essere robuste e potenti affinché i tentativi di fuga siano controllati.
Quasi tutti i mulinelli di dimensioni medio-piccole vanno bene per le canne da pesca bolognese. Possono avere frizione posteriore, o anteriore, in base alle preferenze del pescatore. Alcuni mulinelli possono anche avere leva a freno della frizione (full control), o con frizione supplementare. Questi infatti permettono di intervenire sull’eventuale fuoriuscita del filo senza dover modificare la frizione principale.
Importante per questa tecnica la bobina. Deve essere bella larga e conica, per facilitare al meglio l’uscita del filo e abbinare adeguatamente il mulinello alla canna.
Con questa tecnica e con le canne da pesca bolognesi si possono pescare: Muggini, salpe, boghe e aguglie. Più raramente: saraghi, spigole e orate. In acque dolci le prede più comuni sono carpe, amur, pesci gatto, tinche, anguille, barbi, cavedani, persici, alborelle, ecc…
Alla canna da pesca trota lago sono richieste una serie di caratteristiche molto particolari. Devono rispondere, per efficienza e qualità, a diverse azioni e sollecitazioni, che vanno dalla conduzione, allo stimolo dell’esca, dalla gestione dell’abboccata al salpaggio al volo della cattura. Per ciascuna di questi step è richiesto quindi potenza, azione, sensibilità, robustezza e maneggevolezza.
Caratteristiche spesso in contrasto l’una con l’altra. Come ad esempio potenza e azione. Per la potenza è infatti richiesta una canna rigida, o molto rigida, mentre per l’azione è meglio prediligere una canna morbida, o semi morbida. Con il passare del tempo e tecniche di pesca sempre più raffinate, si è giunti ad un compromesso soddisfacente. Le qualità di azione e potenza sono ripartite su diversi modelli di canne da pesca trota lago.
La pesca alla trota di lago comprende diverse tecniche di pesca:
pesca a striscio
pesca a mosca
spinning
pesca a fondo
pesca a galleggiante
Una disciplina nella quale sono praticate moltissime gare. Ogni tecnica si basa sul concetto di rotazione e movimento dell’esca (con girella tripla). Questo particolare movimento è l’azione che deve invogliare il pesce all’abboccata. Le variabili da considerare, in questo caso, sono:
stagione
temperatura
profondità
Un elemento distintivo, che può decretare la buona o la cattiva riuscita di una battuta di pesca, è il filo da bobina. Questo deve essere scelto in base alla stagione, alla voracità delle trote, al punto da cui si esegue il lancio e dal tipo di pesca effettuato.
Per la pesca classica a striscio, o per quella a fondo con la bombarda o il vetrino, è consigliabile un 0,18 mm, oppure uno 0,20 mm. Per lanci lunghi è possibile anche scegliere uno 0,16 mm, o uno 0,14 mm. Per diametri inferiori è consigliabile utilizzare degli ammortizzatori da inserire tra bombarda e girella, oppure uno shock leader di diametro adeguato.
Per la pesca a spinning meglio un diametro di 0,25 mm al fluoro carbon con alto carico di rottura (le prede da catturare sono quelle più grandi in questo caso).
La lenza è costruita usando piombi affusolati, a forma di pera allungata. Il nome del piombo cambia a seconda del peso e quindi della relativa grammatura:
bombarda (8-40 gr)
piombino da striscio (per la pesca a fondo)
bombarda galleggiante (per pesca a galla e lanci lunghi)
vetrino (per lanci corti e adatto alla tecnica di recupero saltarello).
Ognuno di questi elementi è costituito da una combinazione bilanciata di piombo, vetro e legno di balsa. Le percentuali variano in base ai modelli da ottenere. La posizione del piombo varia in base alla profondità da raggiungere.
Le canne da pesca trota lago si differenziano tra canne da pesca spinning, canne da pesca a striscio o fondo e canne da pesca a mosca. Per la pesca a spinning servono rispettivamente canne rigide e morbide. Le misure oscillano tra 1,80 m e 2,40 m. (spinning leggero e spinning pesante).
Per la pesca a striscio o a fondo occorrono invece canne che possono arrivare anche a 4-5 metri, con ottima potenza parabolica e di lancio. Per la pesca a mosca invece le misure sono espresse in piedi e hanno diverse azioni. Il materiale migliore in cui possono essere costruite le canne da pesca trota lago è, senza dubbio, il carbonio. Resistente e leggero, consente sessioni di pesca molto lunghe e garantisce una formidabile azione parabolica nel recupero delle trote.
Il mulinello trota lago presenta diverse caratteristiche a seconda della tecnica praticata. Per la pesca a striscio classico o a fondo vanno bene mulinelli robusti e capienti. Solitamente riempiti totalmente, fino all’orlo. Sono abbinati a canne uguali o superiori ai 4 m e con una classe pari a 4000 o 5000.
Per la pesca a spinning e per quella a mosca invece servono mulinelli leggeri e scattanti, dalla capienza anche inferiore. In particolare per la pesca a mosca, il mulinello consiste in un disco dove il filo è riavvolto a fine pesca.
Nella pesca esistono numerose tecniche e altrettante attrezzature specifiche. Ogni tecnica prevede, quasi sempre, l’utilizzo di una specifica canna da pesca: canne da pesca spinning, canne da pesca traina, canne da pesca bolentino, ecc… Inoltre, tra le più comuni, diffuse e apprezzate, troviamo le classiche canne da pesca fissa. Tecnica di antichissima origine, la pesca con canne fissa è praticata sia in acque dolci che in mare ed è caratterizzata da canne da pesca prive di mulinello. Nel corso del tempo questa tecnica ha subito qualche trasformazione, soprattutto per quanto riguarda i materiali impiegati nella produzione delle canne stesse. Inizialmente, infatti, il materiale principale impiegato nella loro produzione era il bambù. Grazie a specifiche tecniche di innesti, le canne realizzate in questo flessibile materiale, riuscivano a raggiungere lunghezze davvero notevoli. Il peso però era un problema non indifferente. Ne è un esempio perfetto la gira, una particolare canna da pesca fissa pavese che arrivava a superare gli 8 metri di lunghezza. Dopo il bambù fu la volta del conolon e della fibra di vetro, materiali che permisero di realizzare canne fisse meno pesanti, ma sempre molto robuste. Ancora oggi, qualche volta, le canne fisse in fibra di vetro sono utilizzate in svariate battute di pesca, perché particolarmente resistenti ed economiche. La svolta avvenne solamente durante gli anni ’80 quando le case produttrici iniziarono ad usare la fibra di carbonio. Perfetta la resa e ottimo il peso, la fibra di carbonio trasformò il mondo delle canne fisse.
Prima di tutto la lunghezza delle canne da pesca fissa deve essere proporzionata a quella del pescatore. Se il pescatore rimane in piedi durante la pesca, allora la lunghezza della lenza deve essere normalmente 50-70 cm più della canna. Mentre se il pescatore durante la battuta rimane seduto allora la lenza deve essere poco più corta della canna.
Al corpo della lenza è fissata un’asola che la congiunge alla canna stessa. Per questo è possibile usare un moschettone scorrevole in materiale plastico. I fili utilizzati per questa tecnica hanno diametri minimi che vanno da 0,12 mm per la lenza madre a 0,10 – 0,08 mm per il terminale. È comunque possibile pescare anche con lenze dirette.
Gli ami impiegati invece sono quelli di misura compresa tra i 24 fino a 16 ed oltre. Le esche maggiormente impiegate sono:
Per la pesca con canne fisse praticata nei carpodromi (laghetto di piccole-medie dimensioni usato per praticare la pesca sportiva) è usata molto spesso la canna fissa chiamata a Roubaisienne. Si tratta di una canna da pesca molto rigida e dotata di un elastico fissato nel corpo dell’ultima sezione per mezzo di un cono di plastica. L’elastico sul finale è legato alla lenza. Quando una carpa abbocca l’elastico si allunga e si stende assecondando i movimenti del pesce per farlo stancare.
Esistono molti diversi tipi di canne da pesca fissa, di lunghezza variabile tra gli 0,5 metri fino a oltre 12 metri. Il modello varia in base al pesce che viene insidiato e al luogo di pesca (lago, torrente, fiume, mare, ecc…).
Le canne da pesca fissa sono lunghe perché, prima di tutto, serve una buona leva, sensibile ed armonica nella piega, che consenta di pescare con un impianto pescante leggerissimo e, in secondo luogo, perché la distanza di lancio corrisponde al massimo al doppio della lunghezza dell’attrezzo. Quindi è una tecnica diciamo così ravvicinata. Si pesca vicino, senza lanci, ad una distanza minima.
Le canne da pesca fissa sono utilizzate in moltissime occasioni, sia ludiche che professionali. Usando un’accurata pasturazione è possibile catturare vari tipi di pesce, sia d’acqua dolce, che salata:
Quasi tutte le prede sopra elencate vanno matte per l’esca a pane e formaggio. Facile da preparare è un’esca naturale alla portata veramente di tutti. Quando le esche a pane e formaggio sono preparate l’unica cosa a cui dover prestare attenzione, è la quantità di formaggio e farina impiegati per riuscire a creare per bene i fiocchetti da innescare. Nella tecnica a canna fissa non è possibile lanciare, ma si fanno avvicinare i pesci proprio grazie alla pastura.
Affinché la pastura funzioni correttamente e riesca ad attrarre il maggior numero possibile di pesci è necessario preparare un impasto che si sfarini creando una nuvola esattamente nella zona dove verrà lanciato il galleggiante.
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